L’intervista: Andrea Dell’Orto. Vicepresidente esecutivo del Gruppo Dell’Orto di Cabiate, membro del Consiglio Confindustria
Cinquecento dipendenti, cresciuti del 30% negli ultimi tre anni, e un mercato che accanto al primato della Germania vede entrare in accelerazione l’Asia.
La Dell’Orto è leader nei sistemi di alimentazione dei motori moto, ma è quello delle auto a essersi rivelato più dinamico di recente, con tante trasformazioni. Il segreto è – anche – aver introdotto la fabbrica digitale con netto anticipo. Lo spiega Andrea Dell’Orto, vicepresidente esecutivo.
Il 2016 è stato per voi un anno molto buono. Ci può tracciare un quadro di cifre che lo descriva, dal fatturato ai mercati con le maggiori quote di esportazione?
La Dell’Orto ha chiuso sia il 2015 che il 2016 con il fatturato consolidato più alto della sua storia: circa 80 milioni di euro, con una crescita del 50% negli ultimi tre esercizi. Da sempre la Dell’Orto è leader nei sistemi di alimentazione del settore moto, dove ci occupiamo di tutte le applicazioni di serie, dalla bassa all’alta cilindrata fino alle applicazioni racing. Ma è il mondo dell’alimentazione dei motori auto quello che è stato più dinamico negli ultimi anni, grazie alle enormi innovazioni che sta vivendo questo settore nel campo dei sistemi di gestione dei gas di scarico. Il fatturato della Dell’Orto è realizzato per oltre il 60% all’estero, con la Germania come primo mercato. Uno sviluppo molto importante è quello del mercato indiano, dove la Dell’Orto ha creato uno stabilimento per la produzione dei pezzi destinati al mercato asiatico e ha partnership con i maggiori produttori di moto e auto indiani in particolare per i corpi farfallati e anche con la italiana Piaggio, che ha una grande presenza nel mercato due ruote in Asia.
Come è iniziato il nuovo anno?
Sicuramente il 2017 ha confermato il trend positivo dell’anno precedente e ci aspettiamo un esercizio almeno in linea con i successi di quello appena chiuso. In particolare, l’India sta mostrando una crescita molto superiore alle attese, con un incremento anno su anno che potrebbe attestarsi a circa 30%.
Quanti dipendenti avete? E avete effettuato assunzioni negli ultimi anni?
Oggi la Dell’Orto ha circa 500 dipendenti, di cui 354 nello stabilimento di Cabiate. Il numero dei dipendenti è cresciuto del 30% negli ultimi tre anni. E anche in termini di stabilizzazione dell’occupazione abbiamo fatto molto: in due anni abbiamo infatti stabilizzato 32 lavoratori a termine a Cabiate passandoli a tempo indeterminato. Oggi abbiamo uno stabilimento in cui convivono professionalità che lavorano in Dell’Orto da 40 anni con nuovi arrivi e competenze più legate alla elettronica e meccatronica che alla meccanica. I nostri dipendenti hanno un forte senso di appartenenza e partecipazione. Il loro orgoglio viene dal sapere che facciamo un prodotto eccezionale, il cui brand è riconosciuto in tutto il mondo, ma anche dal coinvolgimento nei risultati aziendali. Oggi i premi di produzione in Dell’Orto sono legati non solo alla produttività e qualità del singolo reparto ma anche ai risultati aziendali complessivi. Gli operai così si sentono parte di un progetto complessivo e condividono con il management gli obiettivi. Abbiamo anche un programma welfare, e anche in questo caso siamo stati pionieri in Brianza. Servizi alle famiglie, da babysitter alle spese scolastiche, previdenza integrativa e fringe benefits.
Si parla molto di Industria 4.0 con il piano del governo, voi però siete partiti molto tempo prima. Che investimenti avete alle spalle in questa direzione e quali altri affronterete?
La Dell’Orto ha iniziato a investire in fabbrica digitale nel 2009. Lo stabilimento di Cabiate è stato tra i primi in Italia ad utilizzare la manifattura digitale, con la prototipazione dei modelli con stampanti 3D che ha dimezzato il tempo della prima fase prototipale con cui ha avvio lo sviluppo di un nuovo modello che verrà poi lanciato sul mercato. L’azienda ha investito anche in un sistema che fornisce informazioni in tempo reale su tutte le fasi produttive e sulla robotizzazione e automazione del processo produttivo. Grazie alla digitalizzazione unita all’innovazione nei processi produttivi e nei prodotti, abbiamo potuto aumentare contemporaneamente fatturato e occupazione.
Come si differenzia il nuovo stabilimento di Cabiate?
Cabiate è stato uno dei primi stabilimenti in Italia a ciclo integrato, con in sé tutte le fasi del processo di produzione: dall’idea e progettazione del prodotto, alla fonderia di pressofusione, alle lavorazioni meccaniche, poi l’assemblaggio e la torneria. Abbiamo internamente anche i laboratori per i test di prove e validazione.
Quanto investite oggi in ricerca, sia come quota di fatturato sia come numero di persone?
Ogni anno investiamo in ricerca e sviluppo circa il 10% del nostro fatturato, e si tratta di una quota importante nel nostro campo, con circa 70 ingegneri dedicati alla ricerca e all’innovazione.
Come è cambiato il vostro mercato negli anni e che tipo di innovazione sui prodotti avete portato avanti per dargli risposte? Oggi chi sono diventati i clienti più importanti?
I grandi trend dei motori auto sono la riduzione progressiva del diesel, che rimarrà in futuro solo per le grosse cilindrate, e la crescita di motori ibridi ed elettrici. La Dell’Orto è specializzata nel trattamento e gestione dei gas di scarico dei motori con nuove tecnologie che stiamo studiando e producendo principalmente per FCA e GM. Sulle nuove tendenze elettriche e ibride stiamo lavorando in termini di ricerca e innovazione: sfruttando il nostro know-how sui carburatori stiamo studiando e sviluppando nuovi sistemi di attuazione per la gestione di aria e benzina sia per auto ibride ed elettriche. Per quanto riguarda il mercato moto, stiamo cogliendo le enormi opportunità del mercato indiano, sia con la produzione diretta che con joint venture commerciali che ci permettano di produrre localmente tutti i componenti principali del sistema di iniezione. Dal 2020 in India entreranno in vigore norme che impongono il passaggio dai carburatori all’iniezione elettronica e la Dell’Orto è posizionata perfettamente per cogliere questa occasione di crescita su un mercato enorme: in India si vendono oggi 18 milioni di moto all’anno contro i 400mila dell’Italia, e nel 2020 in India saranno circa 25 milioni.
La Provincia, 10-06-2017